Ad Arezzo potrai visitare interessanti musei e famose chiese, come la splendida Santa Maria della Pieve (dodicesimo secolo). E' possibile ammirare lavori artistici come il "Crocifisso di Cimabue" nella chiesa di San Domenico (tredicesimo secolo), il portico Rinascimentale di Santa Maria delle Grazie (quindicesimo secolo), ed i recentemente restaurati capolavori di Piero della Francesco, gli affreschi de "La Leggenda della Vera Croce" (quindicesimo secolo) nella Basilica di San Francesco.


Arezzo è situata a sud-est della Toscana, nel punto di incontro di quattro fantastiche vallate: Valdichiana, Valtiberina, Casentino and Valdarno.

Grazie alla sua posizione strategica al centro dell'Italia è possibile raggiungere facilmente alcune delle più belle città italiane come Firenze, Siena e Perugia.

Nelle vicinanze troviamo alcuni famosi paesi storici, come la splendida Cortona (di origine Etrusca) e le medievali Monte San Savino e Lucignano; a pochi chilometri San Sepolcro e Anghiari, e a circa un'ora di distanza Pienza, Assisi e Gubbio.

Insieme alle stupende strade che attraversano le infinite sfaccettature della nostra terra, non dimenticare di visitare "Le Strade del Vino", un'opportunità unica di gustare vini e specialità gastronomiche locali.

Ad Arezzo potrete trovare centri commerciali, banche, uffici postali, farmacie e tutti gli altri servizi di cui potreste avere bisogno durante il vostro soggiorno.

 

 

 

 

Riserva Naturale Regionale Ponte a Buriano e Penna

La Riserva si sviluppa per circa 7 km di lunghezza lungo il corso dell'Arno, dal ponte romanico di Ponte Buriano fino alla centrale elettrica situata a valle della diga ENEL della Penna e comprende l'invaso artificiale della diga e le zone terrestri limitrofe. Il paesaggio è caratterizzato principalmente dalle dolci colline circostanti all'invaso, costituite da sedimenti fluvio-lacustri di età diversa, con presenza saltuaria di balze e pareti verticali. Dalla cartiera di Ponte a Buriano fino a Rondine, l'Arno scorre incassato fra le rocce, mentre da Rondine alla Penna il fiume si allarga a costituire l'invaso della Penna. Il paesaggio vegetale è costituito da boschi di roverella, localizzati soprattutto nei versanti direttamente esposti verso l'invaso, da una esigua fascia arborea ripariale, da arbusteti, colture agrarie (situate soprattutto lungo la sponda sinistra dell'Arno) e da una vasta area palustre nella porzione orientale della Riserva.

 

Castello di Romena

Circa due chilometri a sud-ovest di Pratovecchio, su un colle di 621 metri d'altezza alla destra del fiume Arno, s'innalzano le maestose rovine del famoso castello di Romena. Seppur in rovina il maniero conserva ancora notevoli segni della sua grandezza e degli importanti fatti storici che lo interessarono. Le tracce dell'insediamento umano sul colle si perdono nella notte dei tempi, basti pensare che sono stati ritrovati in loco frammenti di vasi etruschi risalenti al III° secolo avanti Cristo, verso la cui fine la zona subì addirittura le devastazioni dovute al passaggio dell'esercito di Annibale diretto verso Roma.

La Verna

Nell'estate del 1224 San Francesco si ritirò sul monte della Verna per i suoi consueti periodi di silenzio e preghiera. Durante la sua permanenza chiese a Dio di poter partecipare con tutto il suo essere alla Passione di Cristo, mistero di amore e dolore.Il Signore lo ascoltò e gli apparve sotto forma di serafino crocifisso lasciandogli in dono i sigilli della sua passione. Francesco divenne così anche esteriormente immagine di Cristo al quale già con il cuore e la vita tanto assomigliava. L'evento delle stimmate e l'esempio di vita sono il bene più prezioso che Francesco consegna ai frati della Verna. L'impegnativa eredità di San Francesco oltre che coinvolgere personalmente ogni frate diventa anche il principale messaggio che la comunità desidera trasmettere a tutti coloro che visitano  La Verna.

Camaldoli

Quella di Camaldoli, nella parte più orientale del Casentino, è una valle nella valle. Eremo e Monastero sono protetti da una corona di monti che si innalzano all'intorno fino ai 1300 metri. Le celle degli eremiti distano appena mezzo miglio dal crinale appenninico. Di lassù la piccola valle appare ammantata di verde con la foresta che la ricopre quasi per intero scendendole dai fianchi fino in prossimità del fosso che scorre sul fondo. Le radure sono poche e la più importante è quella detta 'il chiuso', in faccia all'eremo, ultimo lembo del mitico 'Campo amabile'. Il bosco dunque è l'ambiente camaldolese per eccellenza e questo non solo per una questione di suolo, aria e acqua ma anche, soprattutto, per una questione di cultura. Da sempre attenti alla dimensione spirituale e a quella terrena, divina e umana (un po' eremo e monastero) i monaci camaldolesi  hanno considerato gli alberi nel loro doppio aspetto mistico e biologico. A Camaldoli, quasi mille anni fa, ebbe così origine quello che può essere considerato il primo vero e proprio 'codice forestale', un insieme di prescrizioni selvicolturali alle quali i monaci si dovevano scrupolosamente attenere.

Poppi

All'interno del Castello di Poppi, uno dei palazzi più belli di tutta la Toscana, una scala di rara eleganza raggiunge l'ultimo ballatoio appoggiandosi su una colonna che appare sospesa nel vuoto. Sorveglia questo passaggio un guerriero, con tanto di spada e armatura, cristallizzato da secoli in una cariatide. Quell'uomo in arme è Simone da Battifolle della dinastia dei Conti Guidi, signori di mezza Toscana e Romagna per volontà dell'Imperatore. Non è un caso che Simone abiti ancora il castello: è a lui e alla sua stirpe che il palazzo e l'intero paese devono tutta la loro grandezza.

Vallombrosa

Immersa nel grande scenario di una foresta plasmata nel corso dei secoli dal paziente lavoro della natura e dei monaci benedettini, a soli 35 km. da Firenze, Vallombrosa conserva ancora oggi il carattere di paradisiaco eremitaggio che da mille anni la distingue. Ad un chilometro dalla storica abbazia, nella sua superba posizione di luminoso balcone dominante la vallata dell'Arno, Saltino è il centro polarizzatore per i villeggianti che scelgono di passare un periodo di soggiorno estivo sulle pendici del Pratomagno. Vallombrosa e Saltino accolgono nella discrezione e nella tranquillità gli ospiti, offrendo la garanzia di un trattamento personalizzato, grazie alla gestione familiare di tutti gli esercizi alberghieri e commerciali, in un ambiente naturale di straordinario fascino.

Castello di Porciano

Antico castello dei Conti Guidi risalente al X secolo, per la posizione geografica e per le caratteristiche architettoniche, è una delle rocche casentinesi più interessanti, raro esempio  di torre-castello. Porciano è anche famoso per le memorie dantesche: la tradizione vuole che Dante vi sia stato  tenuto prigioniero dopo la battaglia di Campaldino. Il Castello di Porciano, di proprietà privata, è aperto tutte le domeniche ed i giorni festivi dal 1 maggio al 31 ottobre, dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 16 alle 19.

Per informazioni

0575-582635   3290209258

Casentino

Il casentino è stato terra di poeti, di santi , di artisti e valenti uomini di stato. Qui San Francesco ricevette le Stimmate; Michelangelo Buonarroti, Dante, D'Annunzio e Dino Campana trovarono rifugio e ispirazione per le loro opere; vi nacquero Paolo Uccello e Guido Monaco, padre delle moderne note musicali. Il territorio fu amministrato dai Conti Guidi, e dopo la loro sconfitta nella battaglia di Anghiari dai Medici di Firenze e poi dai Granduchi di Toscana.Casentino

 

 

 

 

 

 

 

ITINERARIO ATTRAVERSO LE PIEVI ROMANICHE DEL VALDARNO

INCONTRO TRA ARTE E SPIRITUALITA’

 

Tra le ridenti colline del Valdarno Aretino e Fiorentino, racchiuse tra splendide piantagioni di olivi e divise una dall’altra da pochi chilometri di distanza si possono visitare le bellissime pievi romaniche che furono costruite intorno al primo secolo del secondo millennio.

Muovendosi da Firenze verso Arezzo lungo il versante delle montagne del Pratomagno nella strada provinciale setteponti dal comune di Reggello fino a Loro Ciuffenna, scendendo poi a valle per risalire verso le colline del Chianti dal comune di Bucine fino a Figline Valdarno possiamo ammirare ben 9 di queste bellissime chiese che formano un vero e proprio itinerario turistico e religioso.

Pievi Roamaniche

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E ciascuna è diversa dalle altre con un proprio stile e proprie caratteristiche, dalle più primitive e povere, caratterizzate dall’essenzialità della fede, alle più recenti e ricche di affreschi segno di una maggiore ricerca religiosa e di un più approfondito gusto architettonico.

Il nostro itinerario si snoda da Reggello, dove in Località Cascia si trova una delle più grandi e famose pievi romaniche della Toscana, la Pieve di S.Pietro, consacrata nel 1073, formata internamente da tre navate con una unica abside centrale e con importanti elementi decorativi presenti sulla facciata esterna. La chiesa conserva al suo interno una delle opere più famose di Masaccio "Il trittico di San Giovenale", prima opera conosciuta del grande pittore nativo di San Giovanni Valdarno. L’opera del 1422 fu dipinta da Masaccio appena ventenne e raffigura una Madonna con bambino, affiancata dai santi Bartolomeo e Biagio a sinistra e Giovenale ed Antonio Abate a destra. Altre opere importanti sono una "Annunciazione" di Mariotto Cristofano, cognato di masaccio, ed altri quadri della bottega del Ghirlandaio.

Proseguendo lungo la strada setteponti si arriva a Piandiscò dove si trova la Pieve di S. Maria a Scò, una delle più antiche del Valdarno, che viene ricordata in documenti del 1008 e 1014. Anche questa chiesa è divisa in tre navate ed essa poggia su colonne sormontate da capitelli che presentano importanti elementi decorativi. Essa è composta da tre belle apsidi con una bella torre campanaria che ingloba in parte una delle apsidi minori. Al suo interno sono presenti bei affreschi attribuiti al pittore Paolo Schiavo.

Ancora pochi chilometri e si giunge a Castelfranco di Sopra dove è situata la Badia Soffena, antico complesso risalente all’XI° secolo, formato da chiesa, chiostro e convento. Sembra che la chiesa ed il convento siano stati costruiti sulle vestigia di un preesistente castello feudale. La pieve presenta un’unica abside quadrata e l’interno è ricco di affreschi, tra i quali ricordiamo la "Madonna con bambino" di Paolo Schiavo e l’"Annunciazione" di Giovanni da Ser Giovanni, detto "Lo Scheggia" e fratello di Masaccio autore di opere famose quali il "Cassone Adimari".

La strada conduce poi a Loro Ciuffenna, e salendo leggermente si arriva al borgo di Gropina dove si può visitare la Pieve di S.Pietro. Lasciata l’auto e percorsi pochi metri, racchiusa tra le antiche case del borgo, ci apparirà in tutta la sua bellezza questa chiesa che non è certo il primo tempio eretto in questo luogo, in quanto sono stati rinvenuti tracce della presenza di due chiese precedenti del periodo longobardo e prima ancora di epoca paleo - cristiana. Questi scavi sono visitabili ed alla luce di lampade è possibile vedere le linee dei muri dei templi più antichi e lastre sepolcrali di epoca longobarda.

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L’attuale struttura fu costruita intorno al XII° secolo e la pieve assunse una grande importanza in tutto il territorio. La facciata esterna presenta alcune assimetrie che fanno pensare ad un progetto originale che prevedeva una sola navata, ma poi la chiesa è stata modificata con tre navate separate tra loro da archi. Le colonne interne presentano capitelli capitelli uno diverso dall’altro.

Il pulpito in pietra posto lungo la navata centrale è opera raffinatissima raffigurante i dodici apostoli che ricevono lo spirito santo.

La chiesa presenta una unica abside centrale, di cui è necessario ammirare l’esterno ornato, particolare inedito nelle pievi del valdarno.

All’interno non vi sono affreschi, ma sicuramente la Pieve di Gropina è uno degli esempi di pieve più raffinate ed eleganti, incentrata tutta sull’armonia e l’architettura della sua costruzione.

Scendendo dalle colline del Pratomagno, si raggiunge il fondo valle dell’Arno e si risale poi lungo le colline del Chianti per arrivare nel comune di Pergine Valdarno dove in località Pieve a Presciano è collocata la Pieve di S. Pietro che è ricordata in un documento del 1028, ma il luogo risultava abitato già in epoca romana. Oggi la pive, così come il borgo è profondamente cambiato a seguito di continue trasformazioni subite sia nel 1500 che nel 1800 e numerose sono le opere conservate all’interno della chiesa sia del periodo dl XVI° secolo che di secoli anche più recenti.

Si giunge nel nostro itinerario di rientro verso Firenze, a Bucine e precisamente in località Badia Agnano dove è collocata l’ononima badia di S. Maria costruita intorno all’anno 1000 e che conserva ancora i tipici elementi dello stile romanico. Questo è un complesso monastico e la chiesa presenta un’unica navata.

Lungo le pendici dei monti del Chianti si arriva nel comune di Cavriglia dove sono visitabili due importanti esempi di chiese romaniche ;

  • la prima è la Pieve di S.Pancrazio, che sembra avere origini precedenti all’anno 1000. Una prima caratteristica è data esternamente dalla presenza di scale che pongono l’ingresso rialzato rispetto al piano strada ed anche internamente è presente un presbiterio sopraelevato. E’ presente un fonte batesmale molto antico. Nella parte posteriore è collocata una cripta che immette nella cella campanaria.
  • la seconda è la piccola chiesetta di Casignano, intitolata a San Lorenzo, che ha davanti ad un antico ospizio medioevale per pellegrini.
Una delle pievi romaniche più famose dell’intero Valdarno è sicuramente la Pieve di San Romolo a Gaville, piccolo paese situato nel territorio del comune di Figline Valdarno, immersa nel verde della campagna e posta in un crocevia tra le aree del Chianti e quelle del valdarno.

La sua origine risulta certa già nell’XI° secolo ed essa è ricordata dallo stesso Dante Alighieri nell’XV° canto della "Divina Commedia" all’interno dell’Inferno, quando il poeta parla di Francesco Dè Cavalcanti, fiorentino appartenente ad una famiglia illustre, ed ucciso proprio a Gaville dagli abitanti dell’antico castello. Dante afferma ".... l’eltre’era quel che tu, Gaville, piagni". Cavalcanti fu poi vendicato dalla sua potente famiglia con una vera e propria strage. Il piangere non è quindi riferito alla persona uccisa, ma al paese che subirà le conseguenze della vendetta della famiglia.

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La pieve è sicuramente bellissima e presenta un’aula basicale divisa in tre navate e gli archi interni sono sorretti da capitelli finemente ornati da motivi mitologici e naturalistici. All’interno si trova un’annunciazione della scuola del Ghirlandaio.

A Gaville è inoltre visitabile il "Museo della civiltà contadina" aperto nel 1974 e che conserva 4200 oggetti esposti in 13 sale. Tutti gli aspetti della vita contadina sono rappresentati nel museo, dalla vita in cucina ed in casa, alle attività artigianali, agli antichi strumenti per la lavorazione della terra. Il museo si può visitare tutti i sabati dalle ore 16.00 alle ore 18.00 e la domenica dalle ore 15.00 alle ore 19.00. E’ possibile prenotare visite anche in altri giorni telefonando al numero 0559501083.

 

La visita di questi bellissimi capolavori dell’architettura e della fede, unito allo splendore dei luoghi e della natura che li circonda, possono far trascorrere, a chiunque si avventurerà lungo questo itinerario, una giornata dove spirito ed arte si incontrano, anima e mente si esprimono e fanno emergere la bellezza e grandezza dell’uomo, la sua capacità di saper creare e progettare opere che non hanno tempo, ma che sono consegnate all’eternità

 

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